lunedì 17 maggio 2010

MAGNAGO

"Quella pistola l'ho trovata nel bosco"
Angelo Vizzini, nipote del noto pregiudicato, difende lo zio e dichiara di aver trovato l'arma durante una passeggiata nei boschi e di averla nascosta nel cantiere


Rosario Vizzini, 52 anni, ritenuto personaggio di spicco della criminalità organizzata di origine gelese, legato al clan Madonia di Cosa Nostra, era stato arrestato nel pomeriggio di venerdì 13 maggio a Magnago perchè teneva nascosta una pistola con matricola abrasa insieme a 6 cartucce. Insieme a lui, era finito in manette anche il nipote, Angelo Vizzini, 32 anni, con precedenti per rapina. L'uomo è stato arrestato a seguito dell'attività di contrasto svolta dal personale della squadra mobile di Varese in collaborazione con la squadra mobile di Caltanissetta e i Commissariati di Polizia di Busto Arsizio e Gela.

I due uomini sono ora detenuti presso la Casa Circondariale di Milano San Vittore e sono stati ascoltati ieri, domenica 16 maggio, in sede di udienza di convalida. Rosario Vizzini ha dichiarato che la pistola ritrovata nel suo cantiere non sa da dove viene. Il nipote, Angelo, ha invece detto che si tratterebbe di un arma trovata durante una passeggiata nei boschi e che l'avrebbe nascosta lui stesso nel cantiere dello zio. L'avvocato dei due, Sergio Bernocchi, ha presentato istanza di scarcerazione per entrambi e il giudice si è riservato la decisione. Intanto sono in corso indagini balistiche sull’arma per stabilire se è stata utilizzata in recenti fatti di sangue.

Rosario Vizzini è già noto alle cronache per essere stato coinvolto nell'operazione Tagli pregiati che portò all'arresto di 88 persone nella zona di Busto Arsizio e dell'Alto Milanese. Vizzini era stato anche condannato per aver preso parte all'omicidio dell'avvocato Antonio Mirabile avvenuto a Gallarate nel 1989.

giovedì 22 aprile 2010

Incendio in un capannone di via Diaz: distrutti mille metri quadrati di tetto



Magnago E' scoppiato verso le 13 di oggi un vasto incendio alla Linear Trasformatori Srl di Magnago. Un rogo che ha richiesto la presenza di ben 12 mezzi dei vigili del fuoco giunti da tutto il territorio con autopompe, scale e autobotti. Da quanto si è saputo le persone che lavorano all'interno della dita si sono accorte verso la pausa pranzo che il tetto era in fiamme. Erano sei, sette persone che hanno dato immediatamente l'allarme. I vigili del fuoco volontari di Inveruno si sono precipitati subito sul posto, ma vista l'enorme proporzione delle fiamme si è resa necessaria la presenza anche dei permanenti da Busto Arsizio, Legnano e da Milano.

E' arrivato anche un mezzo del nucleo Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico) per verificare l'eventuale presenza di inquinamento. I vigili del fuoco per fortuna sono riusciti subito a circoscrivere l'incendio, non potendo fare molto però per il tetto del capannone letteralmente crollato. Si sono muniti di autorespiratori e sono saliti sul tetto con l'autoscala per rimuovere i lastroni di alluminio pericolanti. In tutto circa mille metri quadrati di tetto sono andati completamente distrutti. L'opera dei pompieri, durata diverse ore e continuata fino a pomeriggio inoltrato, si è rivelata fondamentale per evitare che le fiamme attaccassero anche gli edifici circostanti. Sul posto è intervenuto anche l'ingegner Scrofani dei vigili del fuoco di Milano per verificare le operazioni di spegnimento e per accertare la causa ancora da chiarire. La Linear Trasformatori è situata in una via laterale a via Diaz, strada che è stata completamente bloccata al passaggio delle auto, per consentire ai mezzi da soccorso di lavorare al meglio.
A scopo pfrecauzionale è arrivata a Magnago anche un'ambulanza del 118. Impegnati sul posto per far rispettare il divieti gli agenti della Polizia locale di Magnago e i volontari della Protezione Civile. Nessuno per fortuna ha riportato ferite.

giovedì 8 aprile 2010

Ladri al supermercato U2 di Magnago



Ladri al supermercato: in fuga con la cassaforte. E' accaduto l'altra notte nell'esercizio commerciale 'U2' di Magnago. Da quanto si è saputo i malviventi sono entrati in azione in piena notte e, con ogni probabilità, erano più persone. Dopo avere forzato una delle porte antipanico, hanno avuto via libera al noto market magnaghese dove hanno prelevato la cassaforte, prima di dileguarsi facendo perdere le loro tracce. Molto probabilmente hanno caricato il bottino su un mezzo che avevano lasciato all'esterno, pronto per la fuga, e si sono allontanati, velocemente. Sembra che ad accorgersi del furto sia stato il servizio di vigilanza, in quel momento, impegnato nella normale attività di controllo sul territorio e che ha, immediatamente, lanciato l'allarme. Sull'episodio sono, in queste ore, in corso indagini da parte dei Carabinieri del Comando Compagnia di Legnano e della caserma di Castano Primo.
redazione logos

lunedì 15 febbraio 2010

A Milano è fallito il governo


Milano ha paura, i cittadini si chiudono in casa, scoppia la guerra tra etnie, mentre il sindaco scompare e la Lega , al governo in città dai primi anni ’90, farnetica di tolleranza zero ed espulsioni casa per casa. Eppure "governano loro il Paese, la regione, la città, si prendano carico del fatto che è fallita una politica sia di integrazione sia di sicurezza e non scarichino le responsabilità –attacca il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani - la rivolta di Milano dimostra che è fallita la politica di integrazione e sicurezza del governo è accaduta una cosa gravissima e mi ha fatto impressione sentire le alte grida di esponenti della destra, della Lega: ma di cosa stiamo parlando? Si lavori seriamente, ma continuare a coltivare questi problemi per fare consenso e non risolverli mai non è più accettabile".
Già perché nel fine settimana a Milano dopo la morte di un cittadino egiziano è stato chiaro come le destre al governo non sono in grado di controllare nulla, solo di spargere parole di odio.

venerdì 12 febbraio 2010

Magnago Operaio muore schiacciato



Infortunio sul lavoro mortale questo pomeriggio, 12 febbraio a Magnago, nel Milanese, nelle imeddiate vicinanze di Busto Arsizio. Il fatto è avvenuto attorno alle 12.30 presso la fonderia Focrem lungo la strada statale 527 Bustese, in via Tosi. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco dei distaccamenti di Busto Arsizio e Legnano e i vigili volontari di Inveruno.
Dalle prime informazioni raccolte sul posto sembra che un uomo di 37 anni, Antonio Fiori, di Busto Arsizio, stesse lavorando quando è rimasto schiacciato fra una pressa ed un carrello in metallo.
L'operaio, sposato, una figlia di appena un anno, è morto sul colpo e a nulla è valsa la corsa dei vigili del fuoco per tentare di estrarre il ferito. Anche ai medici del 118 non è rimasto altro che constatare il decesso sul posto.
Bocche cucite sull'accaduto fra i dipendenti della ditta: della ricostruzione dell'incidente si occupano i carabinieri di Castano Primo, inquadrati nella compagnia di Legnano. Mentre gli altri operai erano in pausa pranzo, l'uomo, che aveva anticipato la sua pausa, era rimasto a lavorare da solo. Accortosi che uno dei carrelli che trasportano la ghisa si era bloccato, ha superato la linea di sicurezza per andare a sbloccarlo. Purtroppo il carrello è ripartito all'improvviso pochi istanti dopo travolgendo l'uomo senza lasciargli scampo. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per ore prima di riuscire ad estrarre la vittima. Sul posto anche i tecnici dell'ASL per effettuare ogni rilievo utile per risalire alle cause dell'incidente.
12/02/2010
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